La mia barba mostra cio’ che sto diventando, un trascinatore che ha smesso di combattere, i miei passi, con le gambe indolenzite e stanche, strusciano sul terriccio umido, facendo un rumore fastidioso per i miei pensieri. Pioggia e freddo, lo sguardo basso, riflesso nelle pozzanghere del passato e una mano sul cuore, un taglio cucito e riaperto…fa scorrere il sangue che leggiadro si schianta a terra, lasciando una scia di chilometri…dietro di me, anche se provo a non vederla.
Le lacrime si confondono con l’acqua che scende, il vento le asciuga, il freddo mi taglia la pelle in volto.. i denti battono e la voce non esce, la forza mi sta abbandonando…
Sono tornato dall’ennesima battaglia, le armi oramai son smarrite, l’orgoglio è l’unico amico che mi ricorda, che sono un uomo anche io e mi dice, sussurandomi nell’orecchio, “Riposati”, con una pacca sulla spalla il mio ego, mi guarda e mi parla…, “Forse te lo meriti”, gran bell’amico, sorridendogli…
I profumi dei ricordi…sono allontanati, solo odori acri, invadono il mio olfatto, la ferita si sta allargando sul petto…devo sbrigarmi.
Una roccaforte in lontananza, la vedo…”segui il fiume e ti porterà alla salvezza”. La vista oramai appannata, flashback che premono sui miei battiti, sempre più lenti… Che stanno svanendo lenti…
La staccionata mi fissa, l’ultimo ostacolo tra filo spinato e schegge, superarlo oramai è semplice, sai cosa ti aspetta al di là..qualcosa di bello e inaspettato..
Il ponte si abbassa e vengo accolto in questa roccaforte, dove i profumi più svariati cancellano gli odori acri, il terriccio umidiccio è sparito, una strada sterrata, liscia senza buche..i sorrisi delle persone, i mercanti che chiedono se hai bisogno di aiuto, un sorriso ti scappa, “dove sono le tue armi, straniero” “le ho sotterrate, lontano, sono stanco”, il cantastorie si avvicina, e mi chiede se so cos’è l’amore, il mio sorriso si smarrisce per un attimo, ma poi, il mio fiato da voce ai miei pensieri,
“L’ho solo visto da fuori, te lo so descrivere nelle sue forme più svariate, ho combattuto questi anni per lui, ma quando mi ci avvicinavo, scappava, e tagliente mi feriva”
Il cantastorie, stupito, mi guarda e inizia una melodia, dove dice, che l’amore forse è solo un paradosso o un illusione, che bisogna fare tutto il viaggio e comprendere….
Mi accascio a terra, tra queste note armoniose, poi…da lontano una fanciulla corre verso di me, con un abito lungo, uno straccio bagnato in mano e grida “aiutatelo”. L’ultimo respiro che rimbalza nel mio petto, è rivolto a lei, l’ennesimo sorriso vissuto… si china verso me, e mi dice “Non devi più combattere ora ci sono io, mi prendero’ cura di te”, guardandola nei suoi occhi che riflettono le porte del paradiso, le sussurro
“E io di te.. Grazie”