Da quando mi è cresciuta la barba.

Il sangue sulle ginocchia non lo dimentichero’ mai, nel mio cortile tutto asfalto e detriti dove per inseguire un pallone si inciampava, si litigava e ci si innamorava delle ragazze piu’ grandi che passavano oltre le inferiate del muretto che divideva casa mia dal mondo esterno dove “Non andare a giocare in strada è pericoloso, ci sono le macchine” che poi pensandoci ad oggi ne guido una identica a quelle scatolette cosi pericolose.

Ricordero’ quello che hanno fatto per me i miei genitori, ma senza mai ringraziarli abbastanza perchè tanto le parole non servono, ho già ricambiato crescendo e cercando di non dare troppe sofferenze a cui non potessero riparare.

Guardero’ al passato come fosse una fontana colorata dove ogni monetina è un pezzetto di vita che tutte insieme sono una grande fortuna, il tesoro sotto il materasso, le scintille che lasciamo dietro di noi vivendo io le vedo e le vivo mi rendo conto che cos’è la vita e quanto ogni parola viene pressata sotto il peso di tutta quell’acqua che sgorga da quella fontana.

Col senno di poi, avrei capito che tutto lo stress era una piccola parte di un mondo che ancora non mi apparteneva, trascurandomi sono cresciuto e i primi peli sul volto hanno dimostrato il mio carattere e come sono riuscito a stabilizzarmi in questa vita sempre in bilico, dalle pagine di questo blog dal lontano 2007 il mio problema piu’ grande fu una rottura di una storia di 4 anni, non avrei mai pensato al futuro e alla vecchiaia di chi mi ha messo al mondo, oggi ho realizzato che ogni singolo battito è prezioso ogni ora sempre di piu’.

Tutto qui invecchia e passa in fretta lo sento tra candeline spente da amici, capelli bianchi di persone che amo e la voglia di diventare padre, anche se mi spaventa ancora un po’, ma forse dovrei aver paura piu’ del tempo che schizza via e che dei nipoti sarebbero ben accetti da chi mi ha cresciuto.

L’ultimo paragrafo lo dedico all’amore, anni fa questo post avrebbe parlato solo di questo.. All’alba dei 27 anni non penso conti piu’ cosi tanto, l’amore va e viene anche se si spera di trovare la persona giusta, ho perso tanto e ho dato tanto, ma sono per il vivi e lascia vivere questa formula matematica che ha fatto scorrere un anno con la mia ragazza, lei che mi ha insegnato ad attendere e non precipitarmi…Le devo molto, quindi grazie.

Sam

Sposami oggi.

Sposami

 

Cominciai a scrivere per forza d’animo strappatami dall’insaziabile animalismo dentro di me, l’istinto della competizione e della anarchia come nelle migliori serie tv americane.

Arrivato al mio traguardo, ossia appuntare note scaturite dai miei passi nella base della vita, ho iniziato ad osservare le nuvole e il cielo chiedendomi se la forma, i colori e gli stati d’animo erano uguali a tutti gli occhi dell’universo, da chi aveva il viso celato nel ventre di madre natura camminando in direzione opposta del sole a chi sorrideva osservando la linea oltre l’orizzonte, riuscendo ad immaginare le sagome scolpite nel tempo dei viaggiatori persi in contro luce.

Cresciuto dopo il traguardo mi resi conto che non tutti siamo uguali, ma siamo talmente simili e vicini che il cinguettio degli uccelli la mattina è bello o brutto, non una via di mezzo, non l’indifferenza, questo mi fece capire che le persone sono categorizzate in grandi impianti di pensieri dovuto alle enormi esperienze che all’incirca risultano simili ma con mezzi diversi per toccare la meta.

La vecchiaia mi porto’ dolore dovuto alle stesse persone che credevo guardassero nella mia direzione, affezionatomi per il trascorrere del tempo, l’inevitabile fine delle amicizie e delle vite è risultata alle porte, senza invito, senza piacere, senza pudore, come lo scatto di un felino e il morso di un roditore ti avvelena il sangue e ti graffia gli occhi, ti sa rendere cieco ed immune all’amore.

Sul letto di morte decisi di fare un viaggio, con un bagaglio, l’unico bagaglio che avevo mai potuto portare e trascinare per tutto il tragitto senza stancarmi, oramai troppo grosso per un vecchio esile e freddo che attende solo di essere accolto tra le braccia della reincarnazione.

All’ultimo fiato, spalancai gli occhi e mi resi conto di una cosa, quel bagaglio a mano sarebbe stato meno pesante condividendolo con qualcuno da amare, ma l’ultimo respiro tiro’ solo una boccata d’aria e pochi minuti di lucidità gli occhi stanchi si riempirono di lacrime capendo che non avrei lasciato nulla a nessuno, quel bagaglio sarebbe sparito nelle notti buie della mia fine avversa e nessuno lo avrebbe mai raccontato.

Sposami oggi.

 

Ribelle senza pausa.

Il fruscio dell’attrito della ruota davanti viene interrotto da una buca che mi fa sobbalzare, piede, ginocchio, gomito, voce, cervello. L’occhio si sposta noto una donna di 40 anni che lecca la paletta di un gelato tra le vetrate di una gelateria, il riflesso del sole mi infastidisce e giro lo sguardo, mamma, papà, nonna e nipotino camminano mano nella mano, il bimbo osserva il mondo che si allontana dalla spalla del padre allunga una mano e cerca di afferrare il passato forse già capendo che il futuro è tagliato a metà,come se sapesse di scivolare lungo una strada senza direzione ma la corrente lo trascinerà verso il domani.

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Incrocio il suo sguardo sperando di insegnarli in un istante gli errori che ho fatto, cambiandogli la vita, osserva solo cio’ che è vicino a lui ma afferra i miei ideali e li scrive nella sua storia o cosi mi piace pensare.
La musica dalle cuffie mi imprime piani sequenza di vite che si stringono, vicini e soffocati i metri scorrono l’aria fredda sale dalle narici mi infiamma i polmoni e mi fa tossire, la stessa tosse che ogni mattina mi accompagna quando poggio i piedi a terra cercando una delle due pantofole.

La scatola dello sciroppo, comprata e lasciata sulla scrivania come se odiassi la mia vita, l’ho preso, ma non ha migliorato nulla, inizio a non credere piu’ nella medicina.
Poi mi siedo e mi metto al lavoro su come mangiare questo mese facendo quello che amo, aggrotto le sopracciglia e inizio a scrivere, ascolto musica e penso che non ho un curriculum, anche perchè non ricordo cosa ho fatto, anche perchè non so come ho iniziato, anche perchè non ho iniziato per denaro.

 

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Se dopodomani smettero’ di fare quello che faccio, anche da dietro una cassa di un fast-food il mio cervello elaborerà in continuazione milioni di dinamiche e si evolverà trovando la maniera di farmi rivivere le emozioni della mia passione. Non smettero’ mai, me lo sono tatuato sulla pelle, me lo ricordo quando respiro e quando vedo i lacci della mia vita che lentamente si snodano, ricordandomi che sto invecchiando e il tempo è solo pioggia, che prima o poi un’altra alba mi sostituirà, ma non sarà come me.

Amo pensare al dolore e piegarlo a mio piacimento per trasformalo in un aeroplanino di carta da far sfrecciare agli occhi della gente, dando speranza che le cose cambiano.
Mi piace essere l’interruttore dei pensieri di chi mi circonda, mandare in corto ogni cosa che mi sta vicino per osservare la reazione legata al mio comportamento. Sono un animale che studia altri animali, sono una risposta generica a tante domande.

Siamo di passaggio, lasciamo una scia indelebile nella storia ogni giorno fermi ad un semaforo o mentre ci svegliamo sotto le coperte con qualcuno, madre, padre, cane o fidanzata.
Sono un ribelle che non si concede pause e che fa la faccia bella a un sistema che non gli piace, alzare la voce davanti alle cose che non ci piacciono se non le comprendiamo non mi è mai servito, allora meglio stare in silenzio, capire il meccanismo e agire di conseguenza.

Rileggo questo post e mi rendo conto di quanto sia slegato tra se stesso, si un po’ come me, prima penso una cosa,  poi cambio idea. Odio chi mi si presenta e mi dice cosa ha fatto nella vita per mostrarmi cosa sa fare. Dimostralo, sono smart. Ho ascoltato troppe parole, talmente tante che ho smesso di ascoltare chiunque, se non me stesso, perchè comunque vada rimarrai solo, inutile dire il contrario, inutile sperare nel contrario, si è soli, domani non sai cosa farai, potresti svegliarti vestirti da Joker alla tua tenera età di 24 anni e sparare in un cinema, potresti prendere un neonato da una culla e lanciarlo in mezzo ad una strada. Non lo sai chi sarai domani. Ma lui era un bravo ragazzo.

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Risparmiatevi la bella faccia di cazzo davanti alle telecamere, non sapete chi era, nessuno sapeva chi era, nemmeno i suoi genitori, nemmeno il suo stramaledetto criceto che era tutti i giorni nella sua stanza. Il cervello è nascosto, è un abisso che ospita migliaia di creature da quelle che sfiorano il livello del mare sorridendoti a quelle che non vedranno mai la luce con gli occhi rossi che vagano nei bassi fondali. Questo è il cervello ed è illeggibile, questo è l’affascinante.

Buonanotte, anche se non ho sonno.

Il deserto.

Inizio questo post sul bridge di una canzone, ho aspettato l’attimo esatto per mettermi a scrivere e lasciarmi trascinare dalla melodia .. Perchè ho voglia di sentire il vento del deserto che da sollievo ai viaggiatori, vorrei toccare la sabbia fine per stringerla tra le mani e guardarla soffiare via come i miei sogni che rincorrono il vento, un’aquila mi intravede, io mi vedo dall’abisso del cielo e posso sentire il viaggio prendersi cura di me, posso toccare con la voce il tuo sguardo…

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Predatore o vittima, comunque vada le impronte di chi scappa e si ferma rimarranno qui, in questo deserto caldo ed arido, che tu sia il cacciatore o la preda, il buono o il cattivo lascerai cio’ che sei in questa distesa immensa fatta di legami e immense storie… Che troppi non hanno piu’ tempo di ascoltare, che troppi non sanno abbracciare, che pochi sanno baciare.

Nella mia borraccia l’acqua è poca ma piu’ in la, so che, so che qualcosa c’è, una sorgente di acqua cristallina mi sta aspettando, forse a Nord o ad Est, ho perso l’orientamento ma ho ritrovato la necessità di vivere, il dovere di voler imparare dalla strada sbagliata, forse dovevo andare a Sud, ma comunque sia anche in questa direzione sto scrivendo la storia dei miei giorni, che la borraccia si riempirà o rimarrà vuota che un’aquila mi guarderà e incrocerà la mia anima, sto costruendo la mia storia, il mio oggi e il mio domani.

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La paura del caldo e del freddo è la stessa. Due sensazioni cosi diverse, in simbiosi tra loro, “Ho freddo, fatemi coprire” “Ho caldo, non riesco a spogliarmi” allora come fare ad affrontare questo emblema della vita che si gira e con uno schiocco di vita decide come e dove trovarti, l’unico modo per affrontarla è fartela compagna di viaggio, ora, io sono in quel deserto che cammino mano nella mano con la vita, le ho lasciato bere l’ultimo sorso, la portero’ in braccio finche’ il corpo non mi abbandonerà, al di la di queste dune, la vita mi ha creato io le devo tutto quello che sono, non le manchero’ di rispetto, perchè questo viaggio è troppo breve per essere egoisti e farla morire.

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Vorrei oltrepassare i limiti e le tempeste di sabbia, la notte è calata il freddo è sceso la vita mi sta abbandonando nella buca in fianco alla mia, il vento dei miei sogni è lo stesso che ci sta uccidendo, ora vorrei solo prendere questa sabbia e lanciarla via gridando.

Ma poi da lontano, un’altra persona… Con un’altra vita al suo fianco, mano nella mano.. stremata Arriva verso di me, si inginocchia e mi dice.. “La vita riserva le difficoltà solo a chi puo’ farcela” da li, la vita mia, compagna di viaggio ha ricominciato a respirare, bastava crederci.

// Baby K feat. Tiziano Ferro //

 

Baby K

 

Di solito non apro mai un post che riguarda cose in cui non c’entro. Per una volta posso fare uno strappo alla regola e sperimentare.

Ieri sera siamo stati alla presentazione del nuovo disco di Baby K, in cui è presente anche Tiziano Ferro (che la sta producendo e spingendo). Vorrei partire dal presupposto che non sono un critico musicale o un recensore, semplicemente sono un utente medio che vuole raccontare cosa hanno visto i suoi occhi.

La presentazione è avvenuta al Just Cavalli a Milano, ambiente abbastanza lussuoso gli invitati erano principalmente giornalisti, blogger, amici. Siamo stati invitati perchè dovete sapere che Gianluca Catania, regista amico non che mio socio, ha girato il primissimo video a Baby K feat Amir, in seguito ha girato anche Femmina Alfa. (che trovate su Youtube)
E’ stato un po’ il “papà” di Baby K a livello video, sono soddisfazioni quando un proprio artista che hai aiutato riesce a scalare la vetta ed arrivare abbastanza in alto.
Perchè in tutto questo a Tiziano è piaciuto parecchio il video di Femmina Alfa (e come dargli torto).


Io ho conosciuto Baby K per la prima volta ieri sera e devo davvero dire che è una ragazza umilissima per quel poco che l’ho conosciuta e proiettata in un mondo molto grande che penso nemmeno lei si sarebbe aspettata. Questo le fa onore, sperando non si monti la testa, ma penso proprio di no. Ho conosciuto personalmente artisti che non nomino che per quattro ragazzine arrapate hanno iniziato a impettirsi andando in giro a testa alta e snobbando chi li ha sempre aiutati, in questo caso potrebbe farlo benissimo Baby K a differenza di molti altri, ma non lo ha fatto.

Nella serata di ieri c’era cibo e da bere a volontà, era un “Listening” party, hanno presentato quattro tracce dell’album di Baby K feat Tiziano che uscirà verso metà maggio (a quanto sembra).
Non sono qui a entrare nei dettagli tecnici o no della serata, ma per esprimere una mia opinione su tutto questo.

Ho visto il video su Youtube di Killer il primo singolo della coppia e ho iniziato a leggere commenti sessisti e strutturati su frasi che non si reggono nemmeno in piedi, qualcuno chiede perchè visto che Tiziano è omosessuale interpreta la parte dell’uomo, i rapper dell’underground definisco una “cagata pazzesca” questa collaborazione, i puristi di Tiziano Ferro accettano con un po’ di puzza sotto il naso, qualcuno parla di plagi, qualcuno parla di contentini…

Io sinceramente vorrei dire a tutta questa gente che l’ostilità non serve a nulla, io vedo un grande artista internazionale e chiunque ascolti altri generi deve riconoscerlo, che sta dando una mano ad un’artista con la passione in vena, non c’è nulla di male, anzi ben vengano queste cose, successe a me nel lontano 2009, in un altro ambito certo, ma capito’ e sono queste le cose belle che devono accadere per credere nei propri sogni e nella propria virtu’, molti parlano solo per invidia, ce ne sono davvero tanti, davvero troppi.

Questo discorso vale anche e soprattutto per la scena underground che commenta con cose del tipo “commerciale” e bla bla, solo perchè non è capitata a loro l’occasione, perchè a quanto pare non hanno talento ma non vogliono leggere questo tra le righe, parlare con certa gente è davvero inutile quanto parlare con un pezzo di cemento.

Tiziano e Alphetto

Poi abbiamo avuto la fortuna e l’onore anche di scambiare due chiacchiere con Tiziano, la foto mi è scappata di solito non sono il tipo che chiede queste cose ma l’ambiente era rilassato e tranquillo, lui era scherzoso e parlava un po’ con tutti, quindi perchè no ?
Gli hanno presentato Gianluca e gli hanno detto che lui era il regista del video “Femmina Alfa”, è stato molto gentile e disponibile.
Durante la presentazione delle tracce tra l’altro, Tiziano era scatenato ho dei video sull’Iphone che per ovvie ragioni non posso postare, ma vi garantisco che si stava divertendo e soprattutto era felice di quello che sentivano le sue orecchie, inoltre nell’album c’è una canzone che Tiziano ha scritto per Baby K, la sentirete penso sia stato davvero un bel pensiero e la stessa Baby K durante la traccia si stava emozionando, capite quanta umiltà scorreva in quegli attimi.

Ferro & K

Chiudendo questo discorso auguro un futuro roseo a Baby K, sperando tenga sempre questa umiltà e in bocca al lupo per tutto !

 

Lo scemo del villaggio.

In una contea non tanto distante dai pensieri, ai confini di distese innevate, giace un tale, senza nome, in una casa di marzapane….Tutti la chiamano di marzapane perchè chi ci vive è davvero grosso, dicono anche sia stupido e solo. Un vero imbranato…Dicono.

Le ragazze del paese lo prendono in giro, fuori moda e poco simmetrico, occhio ballerino e dentro al bicchiere solo latte o acqua, niente alcool.

Vive al di la della montagna, con le sue caprette, dicono puzzi molto e che casa sua sia priva di acqua corrente, sui banchi di scuola il suo nome, di anni or sono le parole rincorrevano la leggenda “Russel lo scemo del villaggio”. Lacrime amare verso’ il piccolo Russel, amicizia e amore incompresi da persone distratte, arrese alle apparenze.
Russel tornava raramente alla contea, doveva pur nutrirsi, un giorno dal panettiere, mentre comprava due pezzi di pane e qualche focaccia, una docile signora lo avvicino’…”Giovane uomo, puo’ aiutarmi a contare, del panettiere mi fido poco, era il figlio del regnante, rimasto qui per un comportamento intollerante..” . Russel stupito, si chino’ verso la bassa signora “Certo, l’aiuto io” .
Dalla porta d’ingresso dei monelli entrarono, spingendo le persone in fila “Vogliamo i dolci, abbiamo quattro monete” il panettiere con sguardo da iena, prese due dolci e glieli diede “Ecco mocciosi, divideteveli” sul bancone c’era scritto una moneta per un dolce, noto’ Russel. I monelli urtarono la signora e caddero le monete “Mio Dio figliolo, i miei risparmi a terra, volevi derubarmi” “No signora, i bambini distratti ….” “Silenzio” Affermo’ il panettiere, “Fuori di qui, stupido lazzarone”. Le persone iniziarono ad accorrere sentendo la forte voce. “Un ladro” qualcuno sussurrava, “Una serpe””Vattene scemo del villaggio” …”Mi dispiace ” con occhi lucidi verso tutti, il povero Russel si rassegno’ e mentre si faceva strada tra le persone nuove lacrime amare solcavano la terra dov’era cresciuto.

Da quel giorno, tutti dicono… “E’ lo scemo del villaggio ed anche un ladro !”

Nella sua casetta, davanti al camino, il povero Russel sentiva riecheggiare parole velenose nella sua testa, lui voleva solo fare del bene,  forse nemmeno, voleva solo del pane…
“Cosa sono” a voce bassa, occhi tra le fiamme e cuore avvelenato.
Con uno scatto giro’ verso il suo palato il fucile da caccia, campo largo… e colpo in canna.

-Fine-

E voi ? Siete davvero pronti a prendervi la responsabilità di cio’ che dite degli altri ? Siete davvero consapevoli di quanto possano tagliare le parole trasversarli, voi credete al blaterare della gente ? Voi…siete assassini ?

Non difendo chi si toglie la vita, ma comprendo come sia difficile convivere con un’etichetta cucita in faccia.

Il ponte.

 

Camminavo su un ponte che ondeggiava con il vento, sullo sfondo il paesaggio di un ospedale abbandonato, nella fitta nebbia di un mezzogiorno di inverno dove anche il sole decide di nascondersi dietro veli di nubi,nebbia e rabbia.
I miei passi sono inutili, non trovo la strada del ritorno, vedo solo un profondo vuoto dove occhi e cuore non toccano fine, un’infinita vertigine non ho le ali per volare, non posso nemmeno salpare o creare passaggi secondari. Posso solo sedermi facendomi coccolare dalle brezza dei soffi di vento freddo che mi fanno venire la pelle d’oca.
Tirando fuori inchiostro e carta, mani e anima in una penisola monocromatica dipinta dal dolore di altri passati prima di me…Il legno su cui sono seduto è umido lo posso sentire mentre come un parassita si infiltra nella mie ossa, ricordandomi di non essere immortale… Non posso piangere, le lacrime diventerebbero ghiaccio, facendomi perdere la vista regalo donatomi dalla vita stessa, quindi trattengo il respiro e scrivo, scrivo e continuo, sospeso nel nulla aspettando la fine, sperando non esista una fine.. Forse cerco solo di rapire gli attimi e farne cura dei miei mali piu’ profondi che solo i miei vestiti neri possono parlare, da solo immerso nella notte il tempo è passato, non me ne sono accorto, mi sono perso e non mi hanno trovato.
Sempre su questo ponte che oscilla passo i miei giorni, la barba incolta e il sonno deriso dalla comica paura che mi guarda con il suo ghigno. Decido di alzarmi dopo aver scritto la mia vita e fare un passo, al prossimo giuro guardo avanti..Ma poi ne faccio uno alla volta e mi risiedo, ripetendo tutto da capo.Giro pagina, ma riscrivo la stessa storia cercando di correggere l’effetto derivante dalla causa.

In quell’ospedale abbandonato, ho capito perchè nessuno ci è mai arrivato, hanno tutti tentato di correre non ascoltando le proprie emozioni, non lasciandole trasparire da una penna o da una canzone, musica o colore, passione, correndo sono caduti..Non accorgendosi di essere morti.

L’inizio di una storia.

La macchia sul muro si allargava e fuori pioveva. Piu’ acqua scendeva, piu’ i miei occhi osservavano dal letto forme astratte crearsi sul muro. Con il mal di stomaco corrente, di quelli che ti vengono dopo aver mangiato di corsa ed essere uscito smanicato con meno quindici gradi, steso, stringendo le lenzuola e la coperta di lana tra le mie mani.

I telecomandi sono troppo lontani e fa troppo freddo per aver voglia di uscire dal mio caldo nido, il secondo cuscino è un po’ troppo alto e lo uso come peluche, lo abbraccio, ci poggio sopra la testa e mi metto su di un fianco. Guardo la vetrina della mia camera, con dentro pochi oggetti tra quelli un paio di regali ancora inscatolati che forse rimarranno li per molto.
E’ tutto spento, il lampione fuori di sponda illumina l’angolo di muro macchiato dall’umidità. Una macchia gialla, sporca e grossa. Che mi fissa.

Il telefono del display illumina il resto della stanza. Chi sarà. Lo giro in giù, ora non mi va.
Ho davvero mal di stomaco, non quello delle farfalle, non quello delle ansie, quello reale, forse dire mal di stomaco, vi sembra riduttivo o astratto. Ma c’è.
Non riesco a prendere sonno e decido di punto in bianco di alzarmi, i miei piedi poggiano sui calzini, umidicci da quando sono tornato, me li metto e prendo le scarpe, senza suola, entra tutta l’acqua. Dovro’ comprarne un paio nuovo.
Mi soffermo a guardare la macchia e mi chiedo se davvero ho voglia di uscire a quest’ora… Domani mi devo alzare, forse è meglio che mi rimetto a dormire.

Prendo il telefono per guardare l’ora, un messaggio dice “Sto venendo da te :)”.
E’ una delle peggiori serate della mia vita, mi fa male lo stomaco, una macchia umida sta invadendo la mia stanza ed i miei calzini sono bagnati e puzzolenti. Pero’ dentro di me so che capirà, lo spero.

Decido di correre in bagno a darmi una sciacquata, rapida, sistemo le lenzuola in modo che sembri tutto ordinato…Certo, ma il portatile a terra, i borsoni e zaini ? E’ buoio, sfrutta le ombre per non mostrarli.

Il campanello suona, vado alla porta ma prima mi guardo allo specchio “Arrivo”, mano tra i capelli pensando che potevo anche essere piu’ decente.
La mia mano scorre sulla gelida maniglia fredda e apre la porta.
Gelido rimane anche il mio sguardo, che è rimasto a fissare quella macchia, tra le lenzuola strette tra le mie mani e un cuscino inanimato che prova a darmi affetto, un freddo e triste sorriso si puo’ scorgere sul mio volto, ora la luce tenue di quel lampione sta riflettendo anche le lacrime sul mio viso.

Assenti dalla nascita.

Su questi banchi di scuola siamo cresciuti. Presi in blocco e trascinati fuori dal modo autonomo di imparare. Depradati dalla curiosità e dall’istinto, macchine numerate come in un codice binario sappiamo (sapete) solo variare da 1 a 0.

Dio esiste.
L’amore esiste.
Litigare fa bene all’amore.
Di che segno sei.
Il principe azzurro.
Lavorare.
Guadagnare.
Lavorare e Guadagnare per Vivere.
Famiglia perfetta.
Il caffe’ fa male.
Tuo figlio da fastidio al mio.

Appena si prova a dire il contrario di alcune di queste cose, veniamo aggrediti. La lista è un esempio stupido. Ma io l’ho vissuto sulla mia pelle. “Sei strano” “Non farci fare brutte figure”. Lo sono perchè vado in fissa su una mano che tiene un mappamondo in un ristorante ? O sei tu strano che non cogli l’essenza di quell’oggetto, come se hai un paraocchi e tutto cio’ che ti circonda non esiste.
Come se ti insegnassero.. che non puoi osservare…le persone…che non puoi… socializzare con gli sconosciuti. Come se per taboo uno ubriaco è per forza pericoloso, o una con una gonna corta è una zoccola. Na. La vita è altro.

Prima di dire che quell’ubriaco è pericoloso… Conoscilo. E’ sicuramente simpatico. Prima di dire che quella è una “zoccola” pensa che voleva essere un po’ elegante per qualcosa. Sono un po’ stufo delle persone. Alle volte mi sembrano cresciuto con degli standard, come fossero dei colori monocromatici… Io amo stappare sorrisi alla gente e ringraziare anche chi non conosco. Perchè in quel momento sicuramente mi insegnerà qualcosa. Già che esiste…Grazie di mostrarti a me e diventare farina del mio sacco, immagini nella mia mente.

Nessuno vuole niente. Tutti bravi su Facebook. Tutti cani (anzi loro sono migliori) dal vivo (o quasi).
Fate “Aggiungi”. E non avete il coraggio di fermare uno per strada e dire…”Ehy ciao, come ti chiami ?” Si vi prende per pazzo… o forse è un altro come me…come chi pensa di essere cosi…che vorrebbe tutto questo. Ci stiamo perdendo. Sempre tutti connessi, mascherati dal virtuale che dovrebbe essere un traghetto, un trasporto per la semplicità di comunicare….ma sta diventando un costume oscuro, che indossiamo…che è semplice dire cio’ che pensiamo. E chi siete realmente ? Io non ho bisogno di essere ubriaco per parlare con gli sconosciuti. Ecco la differenza…voi sbloccate i vostri freni per essere cosi, io sono cosi (e come me molti, ma 3/4 non lo sono).
Non so nemmeno cosa ho scritto…era uno sfogo. Svegliatevi…siamo tutti uguali…non perdete tempo a dire “Cavolo lui/lei mi piace…ma come faccio” lanciatevi. La vita non vi aspetta. Possibile che non capite ?

 

Voglio restare. (Storia di un tatuaggio)

A 24 anni, ho deciso di farmi tatuare l’avambraccio destro… Cose dell’altro mondo, fino a due anni fa ero il primo ad escludere questa ipotesi…
Poi…due anni fa..appunto… La mia passione ha iniziato a prendere forma, ho lasciato il Mediaworld…Ho lasciato l’IPER, ho lasciato il volantinaggio e i call center… Ho fatto fatica, pochi fondi all’inizio… Era davvero dura… prendere a spallate gente in un mondo che non conosci e farsi strada.
Per ora diciamo che la strada è spianata, ho trovato un lavoro unito alla mia passione, che non credevo nemmeno esistesse, invece eccomi qua, stressato, nevrotico, di corsa, affamato…. Tutte cose che tutti fanno ogni giorno, con una differenza, che alcuni lo fanno col sorriso, altri senza voglia. Passione, dal tatuatore al pittore, dal cantante al chitarrista, chiunque raggiunga un suo scopo e lo coltiva sarà soddisfatto di se stesso.
Le cose non so come andranno, quindi, perchè fare un tatuaggio dedicato alla mia passione… Perchè essa mi ha già dato tanto ed era il minimo per ricordarmi che nulla è impossibile, basta volerlo e crederci.

La “pizza” cinematografica, ovviamente indica la mia passione, non ho optato per ottiche o stupidissime REFLEX, non mi faccio marchiare da un oggetto. La pellicola che fuoriesce e scorre ha un significato, di “vita”. Qualche anno fa sul mio blog e non solo (anche nel monolgo di “Terraferma”), parlai di vivere le cose in terza persona, o meglio, lasciar scorrere le cose e usare un potere razionale, come salire su di un labirinto e guardare le cose da un’altra prospettiva. La pellicola inizia e finisce, scorre, imprime immagini e le raccontiamo. Come la vita.

La “prospettiva” quindi la pizza spostata indietro rispetto allo sguardo, è un inno a guardare avanti e mai, ripeto mai, vivere nel passato, lasciarselo alle spalle e imparare dai propri errori. La vita deve continuare
Il “volto” è preso semplicemente da una bella inquadratura, è uno sguardo tendente al curioso, lo volevo cosi, questa forse la parte piu’ importante, molti si lamentano di me per il mio “esaltarmi” ad ogni cosa, oppure perchè mi fermo ad osservare qualsiasi cosa.
Un esempio lampante, mi ricordo come fosse ieri…ero al Carrefour e c’era una bancarella dove ti incidevano il nome sul metallo, io avevo un gelato in mano, mi misi davanti a questo macchinario perchè un bambino curioso si era messo li a tampinarlo e toccarlo, ci giocava, scrutava com’era fatto ecc.. Bhe’ alla fine riimasi fino alla fine del mio gelato ad osservare in piedi di fronte a lui cosa stava facendo e avevo il suo stesso intento, apprendere.
Questo vale per tutto, da una vetrina illuminata ad un locale, a come si costruisce un aereo a come si monta una tenda, anche se sono cose che non mi serviranno mai, sono troppo e fastidiosamente curioso. Non voglio perdere questo. Quindi, questo volto mi ricorderà sempre, per tutta la vita di essere curioso delle vite altrui, perchè la vita non è abbastanza lunga per fare tuttti gli errori e capirli.

Il volto dietro la “pizza” la pellicola solo su un occhio, non su entrambe mi ricollego al discorso di prima, io vedo la vita con due visioni, in prima e in terza persona. La pellicola e l’occhio rappresentano la parte razionale, l’occhio scoperto la parte piu’ umana, la prima persona.

Occhi gialli tendenti al verde. Inizialmente dovevano essere azzurri. Ma erano troppo puri. Io non ho piu’ la purezza di quel bambino, ahime’ sono stato sporcato da questa società e ne sono consapevole, questi occhi rappresentano gli errori, le sfide perse, l’essere forgiato nella parte fetida, di amici falsi, ragazze false, persone che ti usano, tutto…Ma sono rinchiusi, dentro a questi due occhi, che stanno vivendo e vedendo, rimanendo nel corpo di un fanciullo eterno Peter Pan e rimangono li, lo sporcano un po’, ma riesce a gestirsi questi drammi.

Tutto qui :=)