Ne sei davvero convinto ? (L’oscuro amante dell’ignoto)

Dark Light

Mi ritengo immobile al centro di un uragano, l’occhio del ciclone da dove vedi l’esterno e sei coperto da una bufera al di fuori di te.
Leggo post, blog e vedo festa negli occhi degli pseudo-innamorati o dei veri innamorati, non appartengo piu’ a queste categorie da molto oramai e il numero per la fila è li, ma a questo giro non voglio nemmeno strapparlo, mi limito ad osservare il cataclisma che non mi riguarda.

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Vi voglio raccontare un segreto. Avevo paura del buio. Un giorno ho smesso.
Mi ricordo come fosse ieri che le grida in casa mia come ogni notte erano insopportabili, con la mia ragazza andava male, quella sera aveva messo una foto su MSN di lei con un altro ragazzo mentre si baciavano, avevo 18 anni, soffrivo, anche se la colpa era mia. Ci hanno insegnato che cio’ che è stato nostro deve esserlo per sempre non mi lasciava andare, mi mordeva al polpaccio e me la trascinavo sanguinante questa sensazione.

Ero disperato piangevo e singhiozzavo era notte inoltrata, la luna dopo qualche ora avrebbe svegliato il sole, correvo per le vie del mio paese gridando, ogni singolo lampione riempiva i miei occhi lacrimanti creando un fastidiosissimo riflesso, avrei voluto grattare i muri di ogni casa spaccandomi le dita e colpire qualsiasi essere umano nel mio raggio d’azione…

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Correvo e correvo, odiavo stare alla luce, per una volta volevo soffrire da solo senza che nessuno mi giudicasse non volevo essere uno show per Dio.
Corsi verso il cimitero, il viale iniziava a diventare buio, ricordo ancora benissimo quell’attimo.

Ogni lacrima smise di colpo, superai l’ultima zona di luce camminando. Ero terrorizzato, gli Dei mi avevano iniettato l’adrenalina in corpo, sulle mie spalle sentivo il peso di un ragazzo che voleva crescere e mi soffocava. La mia fronte inizio’ a tornare neutra e il sale delle lacrime mi seccava gli zigomi, camminai per altri cinquanta metri…arrivai al cimitero, erano le tre del mattino circa, mi aggrappai alle sbarre del cancello d’entrata e scoppiai in un pianto di rabbia e dolore che non potete immaginare, mi feci trascinare a terra dalla mancanza di volontà, rimasi li a piangere e chiedermi perchè tutto stava accadendo a me.

Smisi di nuovo, di colpo. E iniziai a fissare le tombe dall’esterno, una alla volta da sinistra a destra scansionandole, fiori e lumini, poca luce…ma il silenzio.

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Uno di quei silenzi che ti fanno pensare, non quando sei nel tuo letto che i pensieri saltano schiacciandoci le meningi, ma il silenzio della morte. Il silenzio per definizione, il silenzio, il vuoto e il buoio che ognuno di noi avrebbe bisogno per qualche minuto al giorno, non puoi distrarti a pensare ad altro, la situazione ti spaventa e rimani a pensare ai problemi come in una specie di trans, rimasi li quaranta minuti senza dire una parola… Il tutto era svanito, stavo meglio, me n’ero fatto una ragione.

Da quel giorno il buio non mi spaventa piu’, preferisco stare al buio e passeggiare nei boschi di notte, è piu’ facile nascondersi.. e’ piu’ facile sotterrare i cadaveri dei propri problemi.