Piu’ semplice dei superpoteri. Piu’ potente dei supereroi.

Le mie scarpe da tracking avevano rifatto quei marciapiedi centinaia di volte da quando mi ero trasferito a Berlino, ogni sera al tramonto era come una nuova rinascita per la città, grattacieli come mirror ball incidevano alla città un taglio di luce cosi morbida che si poteva assaporare, ad ogni incrocio la gente dal lato opposto, guarda giu, guarda su, guarda giu, verde, si va, il ticchettio dei semafori tutti funzionali precisi scandiscono come orologi a pendolo la vita dei non vedenti e anche quella dei piu’ attenti.

Nella mia tracolla Jack Daniel’s un quadernetto a righe con una copertina rosso acceso e una penna bic semi scarica, iPhone e un pacchetto di fazzoletti, dormendo con le finestre aperte il rischio è alto.
Oramai sono a Berlino il mio inglese non è il massimo il tedesco non lo capisco ancora ma sul mio quaderno c’è una pagina con scritto “Blacklist”, una serie di cibi interminabile con alti contenuti di cipolla e cetrioli.

Cala la notte, tra le strade di Berlino la luna illumina il fiume Sprea un sacco di coppie consumano birra e sorridono al calar della notte sugli argini, gruppi di turisti a caccia di sesso e donne non sanno ancora che le “prostitute” sono armate di spray al peperoncino e un fantastico marsupio della Eastpak contenente qualsiasi tipo di arma per metterli K.O nel caso si comportassero da malfattori.

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Mentre cammino con il naso verso l’alto, abbagliato dalla luce frastagliata delle auto di lusso e tra qualche signorina che mi saluta e tenta di farmi innamorare per una notte, noto all’angolo di uno Starbucks chiuso, una vecchia signora quasi senza vita, o questo era quello che traspariva.
Mi avvicinai e la mia mente ricollego subito di fare una foto con un noto “social-foto” chiamato Instagram, il mio vero problema era la luce, troppo debole per uno stupido Iphone di quarta generazione, maledetto a me quando ho deciso di  lasciare la Mark 3 in camera.
Mi fermai e mi abbassai piegando le ginocchia, il mio busto si inclino’ in avanti senza avvicinarmi troppo, iniziavo a notare dei dettagli inquietanti i piedi scalzi della vecchia signora spugnosi e squamati, sulla caviglia destra aveva un piccolo tatuaggio che raffigurava un 8, il simbolo dell’infinito e un po’ piu’ sotto le avvolgeva la caviglia uno di quei braccialetti dei Vu Cumpra’, era buio, ma sembrava giallo e verde.

Portavauna gonna rossa, lunga quelle delle vecchie signore, un po’ malconcia, ma nemmeno cosi tanto, era coricata su di un lato, sotto di lei un cartone le faceva da lettino intravedevo la scritta “STARBUCKS COFFE'” immaginai lo avesse preso dai bidoni dietro il negozio, quindi non era li da molto. Portava dei grandi orecchini d’oro, falsi penso, una bandana rossa sopra di essa degli omini stilizzati bianchi che facevano un girotondo intorno alla nuca. La temperatura era gradevole, molto mite a parte qualche scarica di vento che ogni tanto faceva sobbalzare e tremare le persone che passeggiavano, la signora aveva comunque un maglione nero con grossi bottoni, mi ricordava tanto quei capi dei paesi nordici dove si vestono come delle pecore viventi.
L’inquadratura non mi piaceva, la fotocamera del mio Iphone cercava di mettere a fuoco questa composizione, ma non ne ero soddisfatto due passi indietro, allarghiamo un po’.
Notai un piccolo cartello a terra, bianco con una fila di parole :

-Spoken
-Expuesto
-Gesprochene
-Parlée
-Pазговорный

Parlate. Questo messaggio in varie lingue, non capivo, rialzai gli occhi e la signora si era seduta alla luce debole del lampione giallo, quel giallo che odio per i video spuntarono i suoi occhi, neri. Grandi.
Allungo’ le mani verso di me sorridendomi, feci un mezzo passo indietro chiedendo scusa, forse la mia cuorisita’ e ambizione di fotografare ogni cosa stava invadendo quel’angolo di mondo, lei con un cenno si sporse verso di me e mi sorrise decisi di mettere intasca il telefono e allungare le mani, cosa avevo da perdere ? Poi non sembrava pericolosa.
Allungai le mie mani lei le prese, per essere una vecchietta aveva la forza di un uomo di 70 anni, le strinse e inizio’ a ripetere “Parlate” in varie lingue.
Non capivo, sono nato stupido e questo non lo metto in dubbio, ma era una situazione parecchio strana, nel frattempo dietro di me sentivo svariati profumi, la gente si stava fermando un semicerchio si creo’ in pochi istanti, voltai il capo ragazzi e ragazze, uomini e donne osservavano attenti la scena, sconosciuti fino a quel momento mi sembravano ospiti dei miei pensieri.

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Un uomo alla mia sinistra, ben distinto, non penso un turista occhiali da sole nella camicia bianca e capelli un po’ lunghi ingellati, si abbasso’ e guardando me e la signora inizio’ a parlare in inglese.

-Questa sera, per la prima volta. Ho tradito mia moglie. Gliel’ho raccontato e l’ho persa. Ho perso tutto.
Cazzo.Lo ha detto davanti a tutti.

Continuo’ .

-In tutto questo ho un conto carico di soldi che non mi restituiranno i miei figli, ma io non ho mai voluto figli, non me ne importa, forse sbaglio ?
Sta guardando me ? –Pensai

Risposi.

-Forse, non so esattamente la sua storia signore..So che.. – Venni interrotto

La signora poggio’ la mia mano sul cartello guardandolo e guardando il signore, poi me. Avevo capito. Dovevo ascoltare una storia.

-Mi racconti la sua stor… Di nuovo interrotto

Un ragazzo sui 30 anni alla mia destra, intralcio’ la mia frase guardandomi.

-Ci. Ci racconti la sua storia. Anche io voglio raccontare la mia.

-Anche io.
-Ho bisogno di essere ascoltata.
In un pianto singhiozzante.
-Ascoltate anche me, per-perfavore.

Il delirio, cosa cazzo sta succedendo. Pensai
La signora mi lascio’ le mani e si ricorico’ nel suo cartone ad occhi aperti mentre i suoi occhi focalizzavano le voci, l’uomo inizio’ a raccontare la sua storia, da quando incontro’ la moglie, seguirono altre persone tra perdite di parenti, la perdita di un cane, ma anche storie belle, mi ricordai che in tutto quello c’era un bambino che ci racconto’ come era riuscito a comprarsi un giocattolo di un supereroe raccontando la sua storia giornaliera.
Le ore passarono e sul fiume spunto’ l’alba, mi ricordero’ sempre che il tutto fini con consigli e pacche sulle spalle. Mi commossi per la storia di una ragazzina di 10 anni che portava in giro la nonna tra autobus e quartieri, facendo i biglietti, incurante dei pericoli, il suo unico scopo era quello di proteggere la nonna, l’unica ragione per cui lei era al mondo, visto che i suoi genitori non la volevano tenere e la avevano gettata in strada.

Un abbraccio generale e tante lacrime, amici nuovi e storie profonde.
Ho capito che ogni giorno nella vita quotidiana ognuno di noi è un supereroe, servono meno di poteri paranormali e super forza. Basta arrivare a fine giornata interi e avendo fatto qualcosa di buono, come io in quella giornata ascoltare le storie di persone o come quella bambina incurante dei pericoli.

Fine.

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