L’universo tranne Noi. La storia di un’emozione.

L’emozione è forte. Io ho scoperto la mia passione grazie a Max.. Il bisogno e la necessità di tramutare in immagini le sue parole, storie cosi semplici e indelebili nella vita di ognuno di noi.
E’ tornato, il Max dei vecchi 883, cresciuto e maturato con una storia che piu’ o meno tutti abbiamo vissuto..

Quanti mi hanno preso in giro per anni, a scuola, perchè lo ascoltavo… e di soppiatto lo ascoltavano anche loro… Senza dirlo, piangevano la sera con gli auricolari nelle orecchie e il lettore che gridava “Ti sento vivere”, il CD rigato e usurato che viveva nelle casse dell’Hi-Fi, l’automobile che melodica scorreva i chilometri.

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Ricordo come fosse ieri, quando ascoltai “Il meglio” ogni giorno all’andata e al ritorno dal lavoro, le lacrime che scendevano mentre mi immaginavo storie, intrecci, personaggi, racconti di vita perchè tutti ne abbiamo bisogno di guardare cio’ che siamo e facciamo da un altro punto di vista.
Non ho mai iniziato per soldi, per fama.. Ho iniziato per necessità, il mio dolore è stato traghettato tramite le mie mani che scrivevano senza sosta, attraversavano le rapide dei miei occhi , proiettavo immagini rendendo la mia vista cieca, film opachi nella testa avevo bisogno di esprimerli, volevo dare speranza alle persone nel mio piccolo, dovevo tramutare le parole in immagini per guardarlo, emozionarlo e dire a me stesso c’è speranza ancora per te, volevo solo una conferma che la mia vita sarebbe migliorata… Quando ero perso e spaesato realizzavo dei video… Al capitolo finale il risvolto della speranza, sempre, per ricordarmi quanto la vita fosse bella e per quanto le cose si mettano male possono volare insieme al vento che le spinge da Ovest a Est dove nasce la luce.

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Avro’ ascoltato questa canzone 60 volte… Alle volte non la sento piu’, mi piace solo immaginare .
Sono egoista, voglio emozionarmi con poco ce la faccio da solo… E anche se state leggendo queste parole e pensate che queste cose accadano solo nel cinema sapete dentro di voi che vi è capitato o vi capiterà aprite l’orizzonte delle emozioni e lasciate entrare la vita attraverso le vostre azioni, create storie ogni giorno da poter raccontare, cosi metabolizzo storie che non ho saputo chiudere, definire o che non sono andate come volevo…Racconto come mi sarebbe piaciuto andassero le cose o riporto la realtà dei miei fatti, cosi da sfogare ogni dolore e rabbia attraverso me.

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Io da Filmmaker, posso solo dire che il dono migliore che mi sia stato fatto è saper metabolizzare il dolore e buttarlo fuori in questo modo… Non esistono solo playback, non esistono solo soldi, non esistono solo grandi produzioni, ci sono mattoncini piu’ piccoli, tasselli di un mosaico che alla fine serviranno a chi gira, io giro per me stesso le storie che voglio raccontare le emozioni che voglio trasmettere lo faccio per libidine personale l’evoluzione e la tecnica sono una conseguenza, ma alla base c’è una grande sensibilità.

Voglio tornare con una camera in mano, girare e raccontare… raccontare e raccontare..

Ribelle senza pausa.

Il fruscio dell’attrito della ruota davanti viene interrotto da una buca che mi fa sobbalzare, piede, ginocchio, gomito, voce, cervello. L’occhio si sposta noto una donna di 40 anni che lecca la paletta di un gelato tra le vetrate di una gelateria, il riflesso del sole mi infastidisce e giro lo sguardo, mamma, papà, nonna e nipotino camminano mano nella mano, il bimbo osserva il mondo che si allontana dalla spalla del padre allunga una mano e cerca di afferrare il passato forse già capendo che il futuro è tagliato a metà,come se sapesse di scivolare lungo una strada senza direzione ma la corrente lo trascinerà verso il domani.

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Incrocio il suo sguardo sperando di insegnarli in un istante gli errori che ho fatto, cambiandogli la vita, osserva solo cio’ che è vicino a lui ma afferra i miei ideali e li scrive nella sua storia o cosi mi piace pensare.
La musica dalle cuffie mi imprime piani sequenza di vite che si stringono, vicini e soffocati i metri scorrono l’aria fredda sale dalle narici mi infiamma i polmoni e mi fa tossire, la stessa tosse che ogni mattina mi accompagna quando poggio i piedi a terra cercando una delle due pantofole.

La scatola dello sciroppo, comprata e lasciata sulla scrivania come se odiassi la mia vita, l’ho preso, ma non ha migliorato nulla, inizio a non credere piu’ nella medicina.
Poi mi siedo e mi metto al lavoro su come mangiare questo mese facendo quello che amo, aggrotto le sopracciglia e inizio a scrivere, ascolto musica e penso che non ho un curriculum, anche perchè non ricordo cosa ho fatto, anche perchè non so come ho iniziato, anche perchè non ho iniziato per denaro.

 

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Se dopodomani smettero’ di fare quello che faccio, anche da dietro una cassa di un fast-food il mio cervello elaborerà in continuazione milioni di dinamiche e si evolverà trovando la maniera di farmi rivivere le emozioni della mia passione. Non smettero’ mai, me lo sono tatuato sulla pelle, me lo ricordo quando respiro e quando vedo i lacci della mia vita che lentamente si snodano, ricordandomi che sto invecchiando e il tempo è solo pioggia, che prima o poi un’altra alba mi sostituirà, ma non sarà come me.

Amo pensare al dolore e piegarlo a mio piacimento per trasformalo in un aeroplanino di carta da far sfrecciare agli occhi della gente, dando speranza che le cose cambiano.
Mi piace essere l’interruttore dei pensieri di chi mi circonda, mandare in corto ogni cosa che mi sta vicino per osservare la reazione legata al mio comportamento. Sono un animale che studia altri animali, sono una risposta generica a tante domande.

Siamo di passaggio, lasciamo una scia indelebile nella storia ogni giorno fermi ad un semaforo o mentre ci svegliamo sotto le coperte con qualcuno, madre, padre, cane o fidanzata.
Sono un ribelle che non si concede pause e che fa la faccia bella a un sistema che non gli piace, alzare la voce davanti alle cose che non ci piacciono se non le comprendiamo non mi è mai servito, allora meglio stare in silenzio, capire il meccanismo e agire di conseguenza.

Rileggo questo post e mi rendo conto di quanto sia slegato tra se stesso, si un po’ come me, prima penso una cosa,  poi cambio idea. Odio chi mi si presenta e mi dice cosa ha fatto nella vita per mostrarmi cosa sa fare. Dimostralo, sono smart. Ho ascoltato troppe parole, talmente tante che ho smesso di ascoltare chiunque, se non me stesso, perchè comunque vada rimarrai solo, inutile dire il contrario, inutile sperare nel contrario, si è soli, domani non sai cosa farai, potresti svegliarti vestirti da Joker alla tua tenera età di 24 anni e sparare in un cinema, potresti prendere un neonato da una culla e lanciarlo in mezzo ad una strada. Non lo sai chi sarai domani. Ma lui era un bravo ragazzo.

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Risparmiatevi la bella faccia di cazzo davanti alle telecamere, non sapete chi era, nessuno sapeva chi era, nemmeno i suoi genitori, nemmeno il suo stramaledetto criceto che era tutti i giorni nella sua stanza. Il cervello è nascosto, è un abisso che ospita migliaia di creature da quelle che sfiorano il livello del mare sorridendoti a quelle che non vedranno mai la luce con gli occhi rossi che vagano nei bassi fondali. Questo è il cervello ed è illeggibile, questo è l’affascinante.

Buonanotte, anche se non ho sonno.

Il deserto.

Inizio questo post sul bridge di una canzone, ho aspettato l’attimo esatto per mettermi a scrivere e lasciarmi trascinare dalla melodia .. Perchè ho voglia di sentire il vento del deserto che da sollievo ai viaggiatori, vorrei toccare la sabbia fine per stringerla tra le mani e guardarla soffiare via come i miei sogni che rincorrono il vento, un’aquila mi intravede, io mi vedo dall’abisso del cielo e posso sentire il viaggio prendersi cura di me, posso toccare con la voce il tuo sguardo…

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Predatore o vittima, comunque vada le impronte di chi scappa e si ferma rimarranno qui, in questo deserto caldo ed arido, che tu sia il cacciatore o la preda, il buono o il cattivo lascerai cio’ che sei in questa distesa immensa fatta di legami e immense storie… Che troppi non hanno piu’ tempo di ascoltare, che troppi non sanno abbracciare, che pochi sanno baciare.

Nella mia borraccia l’acqua è poca ma piu’ in la, so che, so che qualcosa c’è, una sorgente di acqua cristallina mi sta aspettando, forse a Nord o ad Est, ho perso l’orientamento ma ho ritrovato la necessità di vivere, il dovere di voler imparare dalla strada sbagliata, forse dovevo andare a Sud, ma comunque sia anche in questa direzione sto scrivendo la storia dei miei giorni, che la borraccia si riempirà o rimarrà vuota che un’aquila mi guarderà e incrocerà la mia anima, sto costruendo la mia storia, il mio oggi e il mio domani.

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La paura del caldo e del freddo è la stessa. Due sensazioni cosi diverse, in simbiosi tra loro, “Ho freddo, fatemi coprire” “Ho caldo, non riesco a spogliarmi” allora come fare ad affrontare questo emblema della vita che si gira e con uno schiocco di vita decide come e dove trovarti, l’unico modo per affrontarla è fartela compagna di viaggio, ora, io sono in quel deserto che cammino mano nella mano con la vita, le ho lasciato bere l’ultimo sorso, la portero’ in braccio finche’ il corpo non mi abbandonerà, al di la di queste dune, la vita mi ha creato io le devo tutto quello che sono, non le manchero’ di rispetto, perchè questo viaggio è troppo breve per essere egoisti e farla morire.

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Vorrei oltrepassare i limiti e le tempeste di sabbia, la notte è calata il freddo è sceso la vita mi sta abbandonando nella buca in fianco alla mia, il vento dei miei sogni è lo stesso che ci sta uccidendo, ora vorrei solo prendere questa sabbia e lanciarla via gridando.

Ma poi da lontano, un’altra persona… Con un’altra vita al suo fianco, mano nella mano.. stremata Arriva verso di me, si inginocchia e mi dice.. “La vita riserva le difficoltà solo a chi puo’ farcela” da li, la vita mia, compagna di viaggio ha ricominciato a respirare, bastava crederci.

L’uomo dell’Autogrill. (La morale)

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Ci ho messo due settimane a coltivare questo post, ogni giorno le parole prendevano forme dopo eventi che si susseguivano in campi di fiori o bagni di sangue. Quello che ho vissuto in queste settimane è indescrivibile, una storia vista da tanti ma mai dai miei occhi, le scelte di un amico in vera difficoltà in conflitto con se stesso e le sue paranoie, probabilmente in questo istante mentre sfioro questi tasti la sua mente starà pensando al modo migliore di porsi per sistemare tutto… Come un fermo immagine sulla mia auto parcheggiata giu’, con una ruota un po’ fuori dalle linee bianche rivedo la storia. Ho imparato a dire “E se domani muoio”, ho imparato ad ascoltare le mie emozioni che non riuscivo a sentire, voglio solo vivere.. Vivermi il giorno, come fosse l’ultimo.Non c’è tempo di dire domani, non c’è tempo per chi già non ha tempo e non ne trova, non è tempo di non ritagliarsi del tempo.

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Caro amico mio, sei stato messo spalle al muro tra la confusione delle parole che tutti ti dicono senza pensare a cosa è meglio per te ma meglio per loro.. Ti sei fatto riempire la testa di consigli e metafore, di moralismi e idee anarchiche, ora devi decidere percorrendo la strada e trovando il bivio, nessuno puo’ dirti cosa fare si puo’ solo immaginare cosa sia meglio per te, ma nessuno lo sa, tanto come dicevi ieri, ogni decisione cambia il corso delle cose e le cose cambiano il corso di ogni decisione.. La vita è bella per questo, solo una cosa, non essere cio’ che non puoi essere.

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Ora voltandomi verso la finestra vedo il sole che sbatte su quella tenda, dopo tre giorni di pioggia che ci hanno costretti a casa .. Ma non avrei chiesto di meglio.
Il camino, la gentilezza e l’ospitalità, il bene maturato senza rendersene conto tramite onde elettromagnetiche che potrebbero anche ucciderci, ma se il rischio ha questo risvolto, sono pronto a farlo.
Il buio piu’ totale è stato amico mio, mi ha aiutato a prendere decisioni e zittendo troppe domande, mi sono solo ascoltato, l’istinto è come la matematica, per quanto è irrazionale è la scelta giusta.

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L’attesa non doveva esistere e quarantotto ore si sono trasformate in un’epoca, dove tutto si è evoluto e dove tutto è cambiato e niente è restato com’era, inutile avere paura..Io ho solo paura di non rischiare e non sapermi emozionare, ma cosi non è stato.

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La colonna sonora era solo scandita dal cuore di piu’ persone che riuscivano a tirare su un concerto senza strumenti, lasciando tutti a bocca aperta, il sonno aveva deciso di farsi una vacanza come la nostra, prima a sinistra, tutto dritto poi segui per “Rimani sveglio”.
Abbiate pietà di me, fatemi vivere ogni istante e ogni attimo donatomi perchè io amo la mia vita e amo tutto cio’ che mi accade bello o brutto che sia, quindi grazie ai miei genitori di avermi messo al mondo e anche se .. senza volerlo hanno deviato la mia crescita per un male indipendente.. Mi hanno dato una spinta sulla strada migliore da scegliere, non cambierei una virgola perchè se ora mi emozioni con una parola o per un bambino che dice “Papà ti voglio bene” è grazie anche al male che ho saputo affrontare.

Alla fine di tutto questo, ho anche danzato davanti ad un camino dove un fuoco nasceva e il calore di un abbraccio lo alimentava, il bagliore del fuoco ci avvolgeva e nemmeno un terremoto ci avrebbe divisi.
Sono stato un po’ egoista… Ma lo rifarei… e anche Tu lo rifaresti 🙂

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Nel ritorno da quell’universo che aveva smesso di appartenerci, in un Autogrill un uomo alla cassa mi chiede perchè tutti sono sempre arrabbiati, non fanno un sorriso e rispondono male.. Io non ho la risposta perchè preso alla sprovvista allora mi guarda con il suo cappellino rosso e la sua divisa bianca e mi dice “Se sapessero che morirebbero domani , la smetterebbero di fare cosi, la vita è troppo bella per non sorridere di cio’ che ci accade, o no ?”
Sbalordito non penso a rispondere ma penso che lui sia la chiusura e la morale di tutto questo e’ come se avessi scritto un libro e lui un lettore che ha trovato la morale… Potevo solo rispondergli.. “Infatti si”, prendere il mio resto, salutarlo con un sorriso e farmi domande che oggi mi hanno portato a scrivere tutto questo.

Grazie.

Ne sei davvero convinto ? (L’oscuro amante dell’ignoto)

Dark Light

Mi ritengo immobile al centro di un uragano, l’occhio del ciclone da dove vedi l’esterno e sei coperto da una bufera al di fuori di te.
Leggo post, blog e vedo festa negli occhi degli pseudo-innamorati o dei veri innamorati, non appartengo piu’ a queste categorie da molto oramai e il numero per la fila è li, ma a questo giro non voglio nemmeno strapparlo, mi limito ad osservare il cataclisma che non mi riguarda.

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Vi voglio raccontare un segreto. Avevo paura del buio. Un giorno ho smesso.
Mi ricordo come fosse ieri che le grida in casa mia come ogni notte erano insopportabili, con la mia ragazza andava male, quella sera aveva messo una foto su MSN di lei con un altro ragazzo mentre si baciavano, avevo 18 anni, soffrivo, anche se la colpa era mia. Ci hanno insegnato che cio’ che è stato nostro deve esserlo per sempre non mi lasciava andare, mi mordeva al polpaccio e me la trascinavo sanguinante questa sensazione.

Ero disperato piangevo e singhiozzavo era notte inoltrata, la luna dopo qualche ora avrebbe svegliato il sole, correvo per le vie del mio paese gridando, ogni singolo lampione riempiva i miei occhi lacrimanti creando un fastidiosissimo riflesso, avrei voluto grattare i muri di ogni casa spaccandomi le dita e colpire qualsiasi essere umano nel mio raggio d’azione…

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Correvo e correvo, odiavo stare alla luce, per una volta volevo soffrire da solo senza che nessuno mi giudicasse non volevo essere uno show per Dio.
Corsi verso il cimitero, il viale iniziava a diventare buio, ricordo ancora benissimo quell’attimo.

Ogni lacrima smise di colpo, superai l’ultima zona di luce camminando. Ero terrorizzato, gli Dei mi avevano iniettato l’adrenalina in corpo, sulle mie spalle sentivo il peso di un ragazzo che voleva crescere e mi soffocava. La mia fronte inizio’ a tornare neutra e il sale delle lacrime mi seccava gli zigomi, camminai per altri cinquanta metri…arrivai al cimitero, erano le tre del mattino circa, mi aggrappai alle sbarre del cancello d’entrata e scoppiai in un pianto di rabbia e dolore che non potete immaginare, mi feci trascinare a terra dalla mancanza di volontà, rimasi li a piangere e chiedermi perchè tutto stava accadendo a me.

Smisi di nuovo, di colpo. E iniziai a fissare le tombe dall’esterno, una alla volta da sinistra a destra scansionandole, fiori e lumini, poca luce…ma il silenzio.

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Uno di quei silenzi che ti fanno pensare, non quando sei nel tuo letto che i pensieri saltano schiacciandoci le meningi, ma il silenzio della morte. Il silenzio per definizione, il silenzio, il vuoto e il buoio che ognuno di noi avrebbe bisogno per qualche minuto al giorno, non puoi distrarti a pensare ad altro, la situazione ti spaventa e rimani a pensare ai problemi come in una specie di trans, rimasi li quaranta minuti senza dire una parola… Il tutto era svanito, stavo meglio, me n’ero fatto una ragione.

Da quel giorno il buio non mi spaventa piu’, preferisco stare al buio e passeggiare nei boschi di notte, è piu’ facile nascondersi.. e’ piu’ facile sotterrare i cadaveri dei propri problemi.

La piramide della crisi. I predatori e gli ignoranti.

Guardando il mio programma preferito (ed unico) “Le Iene”, mi trovo a pormi domande assurde sulle motivazioni che possono spingere comuni mortali a “inculare” altri comuni mortali

Voglio tirare dell’acqua al mio mulino, perchè quello che sto per scrivere non piacerà a tutti gli onesti che leggeranno queste righe, quindi.

!!!AVVERTENZA!!!

Il contenuto di questo post non verrà tollerato da tutti i cittadini onesti di questo paese. 
Quello che scrivo non vuole in alcun modo tollerare o giustificare i comportamenti di chi sfrutta le persone
piu’ deboli senza rimorsi di coscienza, quello che ci distingue dagli animali è la parola e il pensiero articolato.
Usiamolo.

Bene, possiamo cominciare.

Punto 1. La Crisi

La crisi ha portato molti problemi, la crisi principalmente è una violenza psicologica su un problema serio, un problema che esiste ed è stato ampliato ed elevato a potenza dai mass media, giornali e radio.
A livello politico non voglio nemmeno entrarci a parlarne, chissà quanti lo avranno fatto e quante teorie ci saranno da leggere in giro tra i vari http.
Quello che so di per certo è che il vero problema per un imprenditore, un giovane che si mette in proprio o qualcuno che ha già un’azienda da anni è la tutela verso di lui che non da la legalità, per non confondervi, lo Stato non aiuta di certo il poveraccio, pero’ quando è il momento di farsi vivo con tasse, cartelle esattoriali, multe e more, sono in tempistiche Svizzere.
Il povero imprenditore si ritrova a dover pagare i dipendenti o le migliaia di euro che deve allo stato, perchè per qualche mese non ha potuto pagare le tasse in tempo, non puoi dire paghero’ dopo, o meglio si puo’ fare…pagando interessi e more su di esse. (Io lo chiamo strozzinaggio, poi fate voi).
La mancanza dei soldi la maggior parte delle volte è dovuta al “cliente” che non paga nei 30/60/90 giorni accordati. Per la farla breve, fatevi fare un preventivo accettatelo, fate fare il lavoro e sparite, avrete la meglio.

Ed ecco che il giovane o l’imprenditore si ritrova “scoperto” per mancanza di liquidi, cosi chiede prestiti, finanziarie ed entrano in gioco le banche, respiri finchè puoi. Ma oramai entri in un girone di debiti davvero triste e come purtroppo si è visto, alcuni la fanno finita pensando di essere falliti, stressati e oramai passando le loro ultime notti insonne.

Punto 2. Gli ingenui

La natura è spietata. Ogni animale in natura ha sviluppato un istinto di sopravvivenza genetico. Un serpente a sonagli incanta la preda con il suono del suo sonaglio, la manta è piatta e rimane poggiata sul fondo sabbioso dell’oceano, la tartaruga essendo un animale lento ha sviluppato una corazza imponente, una casa dove ritirarsi in casi di pericoli e noi essere umani ? Anni di evoluzione a cosa ci hanno portato ? Scoperte importanti , evoluzione della società, evoluzione della specie, parametri socio-comportamentali sviluppati per il benessere della coesistenza. In tutto questo, guerre, carità, povertà, violenza, sottomissione alla società moderna per i piu’ deboli.
Quanta gente povera, con una famiglia sulle spalle a cui il lavoro va male si affida a terzi, terzi sconosciuti e si fa abbindolare da truffe, quanti giocano alle slot machine pensando di arricchirsi se spendo 15 e mi rientrano 10 il mio cervello è appagato e vado avanti, potrebbe andare meglio..
Quanti per disperazione si fanno leggere le carte o si affidano all’astrologia, il mese prossimo andrà meglio. Quanti si ritrovano sull’orlo a dover vendere le proprie cose tirando fino al mese dopo senza essere consapevoli del fatto che il problema sussiste e non è stato abolito. Troppi.
L’ignoranza e l’arroganza dei deboli, porta a una disumana disossatura della specie stessa, indebolendo i punti cardine del DNA e non tenendo conto dell’istinto di sopravvivenza che ognuno di noi ha. La faccio facile io, penserete, probabile.
Sono forse uno stronzo perchè ho imparato a non farmi abbindolare da parecchie cose, perchè non voglio sapere il mio futuro e perchè quando guardo il cielo penso solo alle stelle luminose e non quelle che riguardano salute,denaro e sesso…. Si forse sono uno stronzo epico a parlare male dei piu’ deboli.
Per me la debolezza si sconfigge con la conoscenza, il sapere è al primo posto di tutti i predatori, appostarsi e sapere che una preda passerà di li… Creare società basate su un piano che cerca lavoro per i disperati e farsi pagare…Perchè sai che passeranno di la..

Punto 3. I predatori

Sono sull’orlo della crisi, ho 45 anni e non so cosa fare, ho bisogno di soldi devo pensare a salvare me stesso e i miei cari.
Vendo oggetti su eBay a prezzi stracciati intestando la postepay a dei prestanome (Punto 2)
Apro un’agenzia che trova lavoro, fa finta di trovare lavoro, metto annunci, chi ha bisogno si fiderà di me. (Punto 2)
Mi spaccio per volontario di un’associazione per bambini disabili, o carcerati o chissa per quale paese estero. (Punto 2)
Creo una rete annodata di macchine rubate che andranno all’estero, con assegni scoperti… (un po’ meno Punto 2)

Alcuni esempi che mi sono venuti in mente, truffe vere e proprie aa danni di terzi, quei terzi con già molti problemi economici che probabilmente per pagarmi avranno lacrimato e sudato togliendo un pasto ai loro figli nella speranza di trovare un lavoro.
Bhe, li chiamiamo predatori no ? Ho fatto degli esempi basilari, ma ci sono truffe molto complesse messe in piedi da persone solo con le…conoscenze, con il sapere di come “fottere” un suo simile.
Questo perchè ? Qui rientra in gioco l’istinto di sopravvivenza, l’uomo egoista (che trovo anche giusto) che per stare bene si inventa giochi per raggirare lo Stato.
E perchè si inventa questo tipo di gioco sui poveri, su chi ha problemi ? Perchè sono prede facili, persone che non hanno il dono del sapere, che non hanno l’informazione adeguata per fermarli.
Voglio raccontarvi una storia personale, che mi è capitata all’età di 18 anni. Ma andiamo al punto 4.

Punto 4. Parere personale

Dicevo, a 18 anni mentre cercavo lavoro, sono incappato in una società di aspirapolveri la “Kirby” in quanti della mia leva e non solo ne avranno sentito parlare, per non parlare dei poveri disgraziati che ci lavorano per questi truffatori da quattro soldi.
Mi ricordero’ sempre che andai al colloquio e mi presero subito, garantendomi un guadagno di 1.200 € al mese netti piu’ le aspirapolveri che riuscivo a vendere, una percentuale era mia.. la cosa mi puzzava anche se avevo solo 18 anni ma decisi di andare la settimana dopo alla lezione iniziale, l’iniziazione dei nuovi predatori.
Mi ricordero’ sempre che avevo un jeans e una giacca elegante, un’aula  allestita con delle pizzette e vari succhi di frutta, appena entravi venivi accolto da ragazzi e ragazze molto giovani vestiti molto bene, la cosa che avevo notato subito erano delle spille che avevano sulle giacche con degli smile. Tristezza infinita.

Mentre ascoltavo la spiegazione di come era nato quel robot con un sistemazione di aspirazione preso in prestito dalla NASA (sono serio) mi ricordero’ che la”prof” mi disse “Tu non prendi appunti” ? Io le risposi “O ascolto o scrivo, non mi va di fare entrambe le cose” ed effettivamente per me è sempre stato cosi se una cosa mi interessa mi ricordo numeri, date, dettagli e non ho bisogno di appunti.

Senza scendere nell’ora e mezza di spiegazioni e miracoli che faceva l’azienda, presero ognuno di noi, uno alla volta e c dissero’ singolarmente “Allora Samuele, ci sei piaciuto per noi sei preso, puoi già iniziare da settimana prossima”Fino a li ero contento, quattro soldi che entravano…Ma quando mi diedero una lista fatta in excel con delle caselle dove per il giorno dopo dovevo portare almeno dieci nomi, via e numero di telefono di alcuni poveri disgraziati tra amici e parenti… La cosa mi puzzo’ tantissimo. Tornai a casa e mi informai su Internet e bum, il giorno dopo non ci tornai.
Si forse sono un po’ viziato e mi sono sempre scelto il lavoro che volevo fare (non sono raccomandato ne dai miei genitori e non sono ricco di famiglia se ve lo state chiedendo e lavoro da quando ho 16 anni), ma per ritornare ai vari punti, ecco un esempio di “conoscenza” , tramite siti e recensioni di quel posto ho capito subito la truffa immonda in cui stavo per annegare.
Vi ho raccontato questa mia storia per dimostrarvi che al giorno d’oggi esistono strumenti per difendersi, anche molto funzionali.
Internet, microcamere, microfoni, mail certificate e via dicendo…Usateli.

Vi auguro una buonanotte ! E semmai dovreste essere truffati da qualcuno, investite su un paio di camere grosse come un bottone e registrate tutto, vi farete giustizia da soli 😉

A presto !

// Baby K feat. Tiziano Ferro //

 

Baby K

 

Di solito non apro mai un post che riguarda cose in cui non c’entro. Per una volta posso fare uno strappo alla regola e sperimentare.

Ieri sera siamo stati alla presentazione del nuovo disco di Baby K, in cui è presente anche Tiziano Ferro (che la sta producendo e spingendo). Vorrei partire dal presupposto che non sono un critico musicale o un recensore, semplicemente sono un utente medio che vuole raccontare cosa hanno visto i suoi occhi.

La presentazione è avvenuta al Just Cavalli a Milano, ambiente abbastanza lussuoso gli invitati erano principalmente giornalisti, blogger, amici. Siamo stati invitati perchè dovete sapere che Gianluca Catania, regista amico non che mio socio, ha girato il primissimo video a Baby K feat Amir, in seguito ha girato anche Femmina Alfa. (che trovate su Youtube)
E’ stato un po’ il “papà” di Baby K a livello video, sono soddisfazioni quando un proprio artista che hai aiutato riesce a scalare la vetta ed arrivare abbastanza in alto.
Perchè in tutto questo a Tiziano è piaciuto parecchio il video di Femmina Alfa (e come dargli torto).


Io ho conosciuto Baby K per la prima volta ieri sera e devo davvero dire che è una ragazza umilissima per quel poco che l’ho conosciuta e proiettata in un mondo molto grande che penso nemmeno lei si sarebbe aspettata. Questo le fa onore, sperando non si monti la testa, ma penso proprio di no. Ho conosciuto personalmente artisti che non nomino che per quattro ragazzine arrapate hanno iniziato a impettirsi andando in giro a testa alta e snobbando chi li ha sempre aiutati, in questo caso potrebbe farlo benissimo Baby K a differenza di molti altri, ma non lo ha fatto.

Nella serata di ieri c’era cibo e da bere a volontà, era un “Listening” party, hanno presentato quattro tracce dell’album di Baby K feat Tiziano che uscirà verso metà maggio (a quanto sembra).
Non sono qui a entrare nei dettagli tecnici o no della serata, ma per esprimere una mia opinione su tutto questo.

Ho visto il video su Youtube di Killer il primo singolo della coppia e ho iniziato a leggere commenti sessisti e strutturati su frasi che non si reggono nemmeno in piedi, qualcuno chiede perchè visto che Tiziano è omosessuale interpreta la parte dell’uomo, i rapper dell’underground definisco una “cagata pazzesca” questa collaborazione, i puristi di Tiziano Ferro accettano con un po’ di puzza sotto il naso, qualcuno parla di plagi, qualcuno parla di contentini…

Io sinceramente vorrei dire a tutta questa gente che l’ostilità non serve a nulla, io vedo un grande artista internazionale e chiunque ascolti altri generi deve riconoscerlo, che sta dando una mano ad un’artista con la passione in vena, non c’è nulla di male, anzi ben vengano queste cose, successe a me nel lontano 2009, in un altro ambito certo, ma capito’ e sono queste le cose belle che devono accadere per credere nei propri sogni e nella propria virtu’, molti parlano solo per invidia, ce ne sono davvero tanti, davvero troppi.

Questo discorso vale anche e soprattutto per la scena underground che commenta con cose del tipo “commerciale” e bla bla, solo perchè non è capitata a loro l’occasione, perchè a quanto pare non hanno talento ma non vogliono leggere questo tra le righe, parlare con certa gente è davvero inutile quanto parlare con un pezzo di cemento.

Tiziano e Alphetto

Poi abbiamo avuto la fortuna e l’onore anche di scambiare due chiacchiere con Tiziano, la foto mi è scappata di solito non sono il tipo che chiede queste cose ma l’ambiente era rilassato e tranquillo, lui era scherzoso e parlava un po’ con tutti, quindi perchè no ?
Gli hanno presentato Gianluca e gli hanno detto che lui era il regista del video “Femmina Alfa”, è stato molto gentile e disponibile.
Durante la presentazione delle tracce tra l’altro, Tiziano era scatenato ho dei video sull’Iphone che per ovvie ragioni non posso postare, ma vi garantisco che si stava divertendo e soprattutto era felice di quello che sentivano le sue orecchie, inoltre nell’album c’è una canzone che Tiziano ha scritto per Baby K, la sentirete penso sia stato davvero un bel pensiero e la stessa Baby K durante la traccia si stava emozionando, capite quanta umiltà scorreva in quegli attimi.

Ferro & K

Chiudendo questo discorso auguro un futuro roseo a Baby K, sperando tenga sempre questa umiltà e in bocca al lupo per tutto !

 

Rancore. Post-Mortem.

Mi hanno fatto di tutto, una ragazza a cui ero affezionatissimo mi ha mentito, dicendomi che era in pericolo di morte e che sarebbe sparita per qualche mese e che le nostre strade se era destino si sarebbero incrociate di nuovo, lei si immaginava che le persone erano unite da un filo rosso magico. Si, forse l’unico con cui doveva impiccarsi.

Sono stato malissimo per questa ragazza, poi scoperto che era fidanzata con un suo pseudo ex, cosi mi diceva, da un anno ma non sto a raccontarvi questa storia tanto squallida perchè imbratterebbe il mio blog e non mi va, gli dedichero’ uno spazio un giorno di questi, se ne avrò voglia…

Poi, un ragazzo con cui avevo rapporti di lavoro, ha letteralmente sputtanato il mio nome pubblicamente, per due volte di fila, avevo chiuso ogni rapporto con lui.

Altra storia, altro giro, un collega, un “padre” per me ce l’aveva a morte con me non si sa bene per cosa, in poche parole lui litigo’ con me senza che io lo avessi saputo.

Ad oggi, post-mortem queste situazioni sgradevoli, non porto rancore. Esatto, l’ho fatto perchè andava fatto, ma non era quello che provavo, ho provato dolore, amarezza, offesa, delusione per qualche giorno, dopo ero pronto a ricominciare con queste persone… Non so se definirlo perdono, lo definirei senso di serenità con me stesso, una pace che non voglio perdere…Odio avere nemici, ho pochi amici, non mi piace litigare, ma voglio essere duro.
Trovo questo post abbastanza inutile, ha un senso di istinto questo post per me, lo rileggero’ un giorno sperando di mantenere questa linea di pensiero, mi piace essere buono…Io sono buono di natura, non so se sia un difetto o un pregio il matrimonio perfetto di una persona e se stesso, questo mi sento per ora…Se un giorno divorziero’ da questa mia onestà, i cazzi da pagare saranno cari per tutti, per me e per chi tradirà la mia fiducia.

Buonanotte !

Zoom – In (Check di una storia)

Ora prendete una palla, si una palla.
Quelle da pallavolo con le scalanature, avvicinatevi con lo sguardo, immaginate che dentro queste “strade” esista la vita, ora dimenticatevi del pallone e zoomate in una storia.

Di questo personaggio non sapete nulla, nulla della sua vita, dovete ricostruire le sue emozioni secondo i prossimi avvenimenti che raccontero’, attraverso le sue righe di diario trovate nel vento, un uomo intrappolato nella cassa toracica di un demone. L’ipocrisia.

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“La scuola ando’ male, mia madre mi iscrisse a ragioneria, io odiavo tutto quanto, i miei compagni odiavano me, nessuna ragazza si avvicinava a me. Forse perchè non ne ho mai avuto interesse, l’unico mio scopo era andarmene da quella classe, quella scuola, quella prigione.

 

Un giorno mi innamorai di una ragazza, almeno credo.. Era della 4^B io ero in quinta, all’ultimo anno di liceo.

 

Non sto a descriverla, perchè l’unica cosa che mi colpi fu la sua voce, la voce rispecchiava perfettamente il suo aspetto, era simpatica,bellissima. Un giorno sul pullman che andava da casa mia alla scuola, decisi di farmi coraggio e darle un bigliettino che le avevo scritto precedentemente, non avevo esperienze e quando mi passo’ in fianco alla fermata del Bus, sudavo freddo e tremavo. Un iniezione di adrenalina in corpo, glielo diedi…lei guardo’ prima la mia mano poi i miei occhi e mi sorrise, io ero serio.L’unica cosa che mi disse fu “Hai davvero dei begli occhi”, avrei voluto rispondere…ma ero fermo come un sasso sul fondo di un torrente mentre tutto mi scorreva lateralmente.

 

Passarono circa 3 giorni, lei venne da me, durante la ricreazione nei corridoi del liceo.
Si soffermo’ davanti a me e mi disse “Chiudi gli occhi” sorridendomi… In quell’istante la mia mente sgombero’ ogni tipo di pensiero, ogni tipo di blocco, chiusi gli occhi, volevo essere guidato in questa nuova esperienza…. Passarono circa 5 secondi e le mie orecchie udirono un “Coglione” in coro…riapri gli occhi ed ero circondato da studenti e dalla ragazza di cui ero innamorato che mi deridevano, un coro di voci si alzo’ dandomi dello sfigato, corsi verso la classe e presi le mie cose decisi di uscire e non tornai mai piu’ in quella scuola.  

Fui perseguitato per anni da questa storia, decisi con poca autostima di non accettare a provare o ad avere un rapporto con una ragazza, mi sentivo troppo sensibile, un trattore era passato sulla mia corazza schiacciandomi distruggendo anni di solidità, difficoltà, i miei occhi fissarono per anni le foto dei social network, immaginandomi storie di altri che non potevano essere mie. Decisi che era tempo di cambiamenti, ma quando mi alzavo dal letto e mi lavavo la faccia, nello specchio come l’inferno si materializzavano i fantasmi delle mie paure, la pupilla si dilatava mentre le gocce di acqua scivolavano tra la mia barba non curata, acqua sempre e solo fredda come la punizione che mi era stata data in quei corridoi, il gelo e il freddo rincorrevano come pattinatori frustrati le mie emozioni e le scansavano, gelavano, non potevo farci nulla, ogni qualvolta tentassi di irrompere nel mio sguardo attraverso quello specchio, accadeva tutto questo e di colpo venivo spinto giu’ da una montagna senza paracadute, continuando a volare e scrutando dal basso i miei nemici senza un volto sentendo solo le loro risate.

La mia vita era stata elevata ad un passo che non ho chiesto, avevo solo bisogno di amare e provare le persone in gruppo, non sanno cio’ che hanno fatto, responsabilità mia, ne sono sicuro, ma siamo cio’ che siamo dalle esperienze e questa esperienza non la volevo. Voglio cancellarla.

Passarono anni, il lavoro andava bene, non parlavo con nessuno ero semplicemente un impiegato di 26 anni senza una vita sociale, occhiali grandi e vestito per lo piu’ casual, non avevo necessità di vestirmi bene, alla fine ero un fantasma. Ogni passo che facevo, sentivo che riempiva il passo del giorno prima che era rimasto impresso dal giorno ancora precedente.. che cosa anomala..
Un giorno ero seduto alla mia scrivania, ah non ve lo ho detto, ero un impiegato statale, lavoravo in posta.
Ogni giorno mi passavano decine o centinaia di persone davanti, dipendeva se erano giorni festivi o no, la mossa era semplice, schiacciare un bottone chiedere di cosa aveva bisogno, firmare delle carte e augurare una buona giornata, lo stipendio era da fame, ma io non ero nessuno, non ero sulla copertina di qualche rivista sportiva, non avevo un bel taglio di capelli e non ero nemmeno in TV, non ho fatto nulla ed era già tanto essere li.

Il 13 Agosto del 1999, c’era poca gente, penso un sei… massimo dieci persone in fila,era una giornata di pioggia, stranamente…il giorno prima ricordo che stesi i panni sul balcone e si erano asciugati nel giro di un paio d’ore nemmeno. Entro’ una persona, una donna, con un ombrello rosso e lo chiuse mentre si puliva i piedi su quello stupido tappetino con scritto “Poste Italiane”, alzò lo sguardo e sorrise, i miei occhi zoomarono sul suo volto e inizia a fare un piano sequenza della sua camminata, era bellissima, schiacciai il bottone dell’interfono prima che arrivasse volevo sentire la sua voce… Il mio sguardo si tramuto’ in un cimitero, la sua voce bellissima era la stessa della ragazza del Bus, era la ragazza…del Bus. Chinai la testa e chiesi di cosa aveva bisogno, non volevo mi riconoscesse e cosi è stato, sbrigata la sua bolletta da 72,50 € della luce, non le augurai buona giornata come di solito invece facevo, mi limitai a fare un cenno con il capo e socchiudere le labbra girandomi dall’altro lato facendo finta di dover sbrigare degli impicci.

“Puttana” pensai anche se dopo mi assalì un senso di colpa per aver pensato questa cosa, non riuscivo ad odiare.. Mi cadde un foglio e mentre stavo per raccoglierlo parti un colpo di pistola dentro la posta, il mio corpo reagi con uno spasmo violento e gli altri fogli mi volarono, mi misi sotto la scrivania.

Un uomo gridava, il suono era ovattato, sentivo poco, i vetri erano antiproiettile  per quello c’era l’interfono… Ero terrorizzato,nelle vene il film della mia vita passava attraverso i battiti cardiaci che aumentavano e mi venne una crisi di panico che dovetti controllare, il sudore freddo di anni addietro per quel bigliettino si fece risentire, il gelo completo era sceso su di me, se odiavo cosi tanto la mia vita perchè avevo paura di morire ? Questa domanda soffio’ via ogni tipo di paura, quei pattinatori erano stati scagliati giu’ dal dirupo senza paracadute, ed ora li guardavo io dall’alto.
Tirai fuori un braccio dal basso della scrivania, il mio collega,gesticolava facendomi segno di non fare nulla, ma io volevo sentire.
Attivai con la mano destra l’interfono e dall’interno della sala d’attesa si sentiva una donna gridare e un mormorio.. che l’avrebbero uccisa se non rilasciavamo l’incasso della settimana.
Il tasto dell’allarme era cosi vicino, sei minuti e 48 secondi prima dell’arrivo delle forze dell’ordine, la pubblicità dell’allarme diceva cosi, mi soffermai su quel tasto rosso e inizia a pensare come potevano promettere questo tempo in questo modo, cioè il traffico, i semafori “Pum” un secondo colpo di pistola mi fece tornare a terra, dio come facevo ad essere cosi distratto anche in una situazione di panico, semplice non mi importava di morire… In quegli attimi a gambe strette sotto quel tavolo come una tartaruga nel suo guscio, il direttore cercava di contrattare con i malviventi un vecchio bisbetico che doveva solo morire, di nuovo i sensi di colpa perchè non riesco a dire qualcosa di cattivo…sbuffo da sotto la scrivania, incredibile…mi ero riperso di nuovo, ancora con i miei pensieri mentre siamo circondati da malviventi ed ostaggi, ma chi sono io ? 

In quegli istanti sentivo la ragazza gridare, decisi di uscire allo scoperto, alzai le mani e mi alzai in piedi il mio collega mi fissava tremolante, quando vidi i tre malviventi con in testa dei sacchetti di carta con dei fori mi venne quasi da ridere, un po’ meno quando spararono un colpo diritto davanti alla mia faccia e il proiettile si conficco’ nel vetro dinanzi a me, il mio cuore accellero’ lo ammetto, ma ero come immune alla morte, non potevano farmi del male. Decisi di uscire dalla botola dei pacchi postali, si la avete presente quella specie di porta scorrevole dove infilate gli scatoloni ci sarei sempre voluto uscire da quell’ingresso era il momento giusto per farlo. 

CHE CAZZO FAI, CHE CAZZO FAI, CHE CAZZO FA” il piu’ bassino agitato all’altro con la pistola in mano che agitava come fosse uno spumante, continuai a camminare diritto verso di loro, uno dei tre il piu’ smilzo.. alzo il braccio armato d fucile a pompa, pensai in quel momento che lo avevo visto già in qualche videogioco quel fucile, conoscevo poco di armi non mi interessava, lo feci ancora… davanti al pericolo rimurginavo su cose futili semmai fossi uscito di li, vivo.. avrei avuto bisogno di un buon aiuto medico. 
STAI FERMO FROCIO DEL CAZZO” le canne del fucile erano poggiate tra le labbra ed il naso, freddo, mi ricordava un ghiacciolo come quando lo mangi male o ti spingono per scherzare, ti picchia contro il naso e ti lascia quel senso di freddo.
COSA NON HA CAPITO, SPARAGLI IN FACCIA A QUESTO STRONZO
E dopo ?” Chiesi. 
TI SPARIAMO ANCORA, ANCORA E ANCORA, DA MORTO“, il piu’ basso e schizzato dei tre. 

Fate quello che volete, io voglio uscire sono stufo di voi, di questa gente e della vita, soprattutto di quello zerbino.” 
QUALI CAZZO DI PROBLEMI HAI” il terzo arrivo’ dal mio fianco prendendomi per i capelli e tirandomi indietro la testa… la mia mano destra fece uno scatto sotto il mio dolcevita color prugna e prese un telecomando collegato con un filo alla mia vita…in ogni senso.

PORCA PUTTANA E’ UNA BOMBA
Si ed è quasi il caso che potrei vendicarmi di questa ragazza, ti ricordi di me ?” Sbarro’ gli occhi e si mise a gridare come una pazza.
Poi potrei fare un favore al mondo, liberandolo da un po’ di feccia, voi tre mi avete rovinato la piazza oggi, doveva essere IL MIO MOMENTO DI GLORIA, il MIO giorno, la MIA libertà, la MIA storia. Siete i soliti bulli… mi accontentero’ che facciate parte dell’articolo che verrà pubblicato sul Daily Sun, sempre che riescano a riconoscervi.

Quella decina di persone impallidì, ognuno incredulo, le facce di ognuno erano di ceramica.. fredde, morte, carne putrefatta dalla paura, una signora con il grembo pieno all’angolo della posta piangeva, con un altro essere innocente nella culla, mi avvicinai a lei, con calma “Non voglio farle del male, vada
Tenendo sempre il telecomando in mano e mettendolo in vista, gridai nella posta “Uscite tutti di qui, dipendenti, ostaggi, malviventi, andatevene uscite e tenete le persone dall’altra parte del marciapiede, non fate avvicinare nessuno

Prima di finire questa frase i malviventi scapparono e lasciarono cadere la ragazza presa in ostaggio, tutti uscirono, alcuni ringraziandomi con le lacrime agli occhi, come mai nessuno aveva mai fatto prima io sorridevo e dicevo “di nulla“, ero felice, se l’unica maniera per non essere invisibile era quella di creare un problema, avevo sfruttato la formula causa – effetto e aveva funzionato. 

No tu no” rivolto alla ragazza… Rose. “Tu aspetta, non voglio farti del male” terrorizzata si sedette in quelle seggiole verdi e scomode per la gente in attesa, mi sedetti anche io al suo fianco…presi una boccata d’aria e inizia a guardarla. Qui partì il mio monologo.

Rose, come stai ? Dopo mi risponderai, ma volevo farti capire che ho tenuto a te, so di essere uno scherzo della natura, di essere inutile e patetico…Sono dovuto arrivare a tanto.. per farmi notare da qualcuno, nella vita nessuno mi ha mai ringraziato di nulla, mi sentivo come una matita che non ha mai disegnato nemmeno uno scarabocchio..Una matita messa al mondo per rimanere nel portapenne, mentre al suo fianco tutte venivano scelte lei rimaneva li, la sua mina scuriva e si asciugava con il passare del tempo…Nessuno la apprezzava nemmeno dopo tanto, io mi sono sentito cosi per tutti questi anni Rose, da quel maledetto giorno in cui il freddo è sceso sopra di me, dove io ho impiccato i miei sentimenti per sempre. Tu mi hai tolto la dignità, io ti ho tolto l’amore che provavo, non c’era bisogno di fare cio’ che hai fatto avrei capito lo stesso…

Rose era spaventata e probabilmente di quello che avevo detto aveva capito matita e freddo, con le lacrime agli occhi le sussurrai “Ero innamorato di te, avrei dato qualsiasi cosa, volevo solo amarti… In tutto questo non volevo perdere me stesso, non volevo che la mia anima fosse presa e calpestata da altri hanno giocato a calcio con il mio cuore tutti quanti non sarebbe servito se me lo avessi sussurrato come sto facendo io con te ora..Vattene…” 
Prese e si alzo’ in un grido isterico corse verso la porta “L’ombrello rosso è il tuo…” le gridai… ma lei non si giro’.
Nel mentre sentivo le sirene della polizia e delle ambulanze, forse anche quella dei pompieri non ricordo bene, ero seduto nella sedia numero 14, il mio sguardo si alzo’ all’orologio centrale della Posta erano le 14, iniziai a farmi dei film mentali su questi due numeri e quante volte li avevo visti in vita mia, forse per un certo periodo avevo preso anche la 14 che passava per una via vicino a casa mia, non ricordavo bene. 
Campo lungo, movimento di macchina indietro… 
Sospiro e pressione del pulsante. 
Esplosione.
Fine.

Lo scemo del villaggio.

In una contea non tanto distante dai pensieri, ai confini di distese innevate, giace un tale, senza nome, in una casa di marzapane….Tutti la chiamano di marzapane perchè chi ci vive è davvero grosso, dicono anche sia stupido e solo. Un vero imbranato…Dicono.

Le ragazze del paese lo prendono in giro, fuori moda e poco simmetrico, occhio ballerino e dentro al bicchiere solo latte o acqua, niente alcool.

Vive al di la della montagna, con le sue caprette, dicono puzzi molto e che casa sua sia priva di acqua corrente, sui banchi di scuola il suo nome, di anni or sono le parole rincorrevano la leggenda “Russel lo scemo del villaggio”. Lacrime amare verso’ il piccolo Russel, amicizia e amore incompresi da persone distratte, arrese alle apparenze.
Russel tornava raramente alla contea, doveva pur nutrirsi, un giorno dal panettiere, mentre comprava due pezzi di pane e qualche focaccia, una docile signora lo avvicino’…”Giovane uomo, puo’ aiutarmi a contare, del panettiere mi fido poco, era il figlio del regnante, rimasto qui per un comportamento intollerante..” . Russel stupito, si chino’ verso la bassa signora “Certo, l’aiuto io” .
Dalla porta d’ingresso dei monelli entrarono, spingendo le persone in fila “Vogliamo i dolci, abbiamo quattro monete” il panettiere con sguardo da iena, prese due dolci e glieli diede “Ecco mocciosi, divideteveli” sul bancone c’era scritto una moneta per un dolce, noto’ Russel. I monelli urtarono la signora e caddero le monete “Mio Dio figliolo, i miei risparmi a terra, volevi derubarmi” “No signora, i bambini distratti ….” “Silenzio” Affermo’ il panettiere, “Fuori di qui, stupido lazzarone”. Le persone iniziarono ad accorrere sentendo la forte voce. “Un ladro” qualcuno sussurrava, “Una serpe””Vattene scemo del villaggio” …”Mi dispiace ” con occhi lucidi verso tutti, il povero Russel si rassegno’ e mentre si faceva strada tra le persone nuove lacrime amare solcavano la terra dov’era cresciuto.

Da quel giorno, tutti dicono… “E’ lo scemo del villaggio ed anche un ladro !”

Nella sua casetta, davanti al camino, il povero Russel sentiva riecheggiare parole velenose nella sua testa, lui voleva solo fare del bene,  forse nemmeno, voleva solo del pane…
“Cosa sono” a voce bassa, occhi tra le fiamme e cuore avvelenato.
Con uno scatto giro’ verso il suo palato il fucile da caccia, campo largo… e colpo in canna.

-Fine-

E voi ? Siete davvero pronti a prendervi la responsabilità di cio’ che dite degli altri ? Siete davvero consapevoli di quanto possano tagliare le parole trasversarli, voi credete al blaterare della gente ? Voi…siete assassini ?

Non difendo chi si toglie la vita, ma comprendo come sia difficile convivere con un’etichetta cucita in faccia.